La collina dell'Impiccato





          La Collina dell'Impiccato



Sergio Giannitelli scrive questo romanzo narrando la storia della distruzione del Monastero di Montecassino, avvenuto durante la seconda guerra mondiale.

In quel periodo, sul monte, tutto era desolato, a valle la città era distrutta, era diventata irriconoscibile, un senso di vuoto e tristezza percorreva quelle mura che ancora, nonostante i ripetuti bombardamenti, si reggevano in piedi.

Nonostante i combattimenti tra alleati e tedeschi, frammenti di vita animavano ancora quel posto. Girolamo, un monaco benedettino, spesso camminava per quei luoghi ricordando il passato glorioso del suo convento. Ogni tanto riceveva la visita di una suora, Luisa, che con malinconia non riusciva ad accettare tutti quei cambiamenti. Ed è proprio lì, poco più sopra di uno scosceso lembo di terra, chiamato macabramente La collina dell’impiccato, che si rifugiavano dei soldati tedeschi.

Nei momenti in cui le battaglie cessavano ci si radunava sul ballatoio. Accadeva nelle prime sere di primavera: il generale Kurt aveva una gran nostalgia della sua Germania; Fridolin, un soldato che appena poteva scendeva a valle osservando cosa fosse rimasto di quei posti e con la voglia di fuggire; Angel, una indiana giornalista che cercava di studiare le usanze in quei luoghi di culto, il monaco Carlomanno che, nonostante il poco che riusciva a trovare, preparava la cena. Il tutto avveniva con il sottofondo di una musica che proveniva da valle.

Una mattina di maggio Girolamo e Luisa si ritrovarono a percorrere la stessa strada, tra le macerie sbucava la statua di un santo. Con l’aiuto degli altri riuscirono a ripristinarla e a sistemarla. Allo stesso modo speravano nella ricostruzione e nella rinascita del loro Monastero.

 

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